di Anna Messia
Il suo mandato è alle battute finali ma il presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, non molla la presa. Il fine incarico non sta passando inosservato. Non solo per la questione Unipol-FonSai. Ieri l’Antitrust ha fatto sapere di aver dato l’ok e di aver consegnato il dossier a Giannini ma nelle scorse settimana l’Istituto, dopo aver ricevuto diversi attacchi, è stato costretto a precisare di aver sempre svolto con «continuità e correttezza» l’azione di controllo sulle compagnie del gruppo Ligresti («su questo non voglio fare altri commenti», ha dichiarato ieri Giannini). In ogni caso i suoi ultimi atti da presidente promettono di alzare il livello di confronto con le controllate. Quando era arrivato al vertice Isvap, dopo una lunga carriera in Assitalia, fino a diventare ad di Ina Assitalia, più di qualcuno aveva mormorato che avrebbe potuto favorire le compagnie perché veniva dal quel mondo. «Ma ora scommetto che brinderanno alla mia uscita», scherza Giannini. E non ha tutti i torti, visto gli ultimi provvedimenti. Le compagnie hanno appena ricevuto una richiesta di informazioni su come stanno applicando le nuove regole Rc Auto appena modificate dal decreto Liberalizzazioni. Un argomento che ha già sollevato polemiche. Lo scorso aprile l’Isvap, in una lettera inviata al mercato, aveva precisato che le compagnie sono obbligate a offrire polizze Rc Auto con la scatola nera. Non solo, in caso di assenza di sinistro il cliente deve poter beneficiare di uno sconto di premio e la riduzione pattuita non potrà in alcun modo essere assorbita da eventuali variazioni tariffarie. Insomma, se non ci sono incidenti, l’anno successivo il cliente dovrà effettivamente pagare meno. Una linea che piace ai consumatori che ieri, in un incontro con i vertici dell’istituto, hanno dato sostegno a Giannini. Ma nei giorni scorsi l’Ania, l’associazione delle compagnie, ha considerato l’interpretazione illegittima, minacciando il ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Domanda. Voi però, presidente, andate avanti per la vostra strada. Perché chiedete informazioni? Risposta. Abbiamo già vinto una volta davanti alla Corte di Strasburgo, quando le compagnie avevano messo in dubbio l’obbligo a contrattare per il ramo Rc Auto. Anche questa volta credo che le nostre interpretazioni siano conformi alla norma e al suo spirito, e su questo abbiamo avuto un confronto positivo anche con i consumatori. Abbiamo deciso di fare una ricognizione tra le imprese per sapere come stanno applicando le nuove regole. Entro il 25 giugno, dovranno, per esempio, comunicare la riduzione di premio che sono pronte a riconoscere all’assicurato che non provocherà sinistri. Oltre a indicare con precisione l’offerta di polizze Rc Auto che prevedono l’installazione della scatola nera, che dovranno essere offerte con uno sconto. Se non rispetteranno le norme siamo pronti a intervenire. D. In che modo? R. Stiamo già ricevendo numerose segnalazioni. Le telefonate al contact center che abbiamo lanciato a fine febbraio sono lievitate. La media era di 4 mila contatti al mese e dopo il decreto liberalizzazioni siamo inondati di richieste. Siamo pronti a procedere con le ispezioni e le multe. Anche per quanto riguarda le polizze legate ai mutui. D. In quel caso, però, le ispezioni andranno fatte in banca? R. Avvertiremo la Banca d’Italia ma pensiamo di andare presto anche nelle agenzie. Continuano ad arrivare segnalazioni di premi abnormi. Per una polizza caso morte legata a un mutuo a Taranto a un cliente sono stati chiesti 26.700 euro. Non sempre c’è bisogno di ispezioni, anche perché non abbiamo sciami di ispettori. Spesso può essere sufficiente raccogliere documentazione. La legge prevede multe e noi le applicheremo. D. Le imprese però continuano a ripetere che la vostra interpretazione delle norme farà aumentare le tariffe invece che ridurle. Che cosa risponde? R. Il mercato deve capire che non si può tirare troppo la corda. In un sistema Paese che sta soffrendo non si possono pagare 2.500 euro l’anno per una polizza auto. Se le imprese riusciranno a migliorare la gestione dei sinistri, come ripeto in ogni occasione, i conti torneranno. D. Intanto la crisi sembra mettere in difficoltà anche loro. Lo spread sui Btp è ancora alto e la raccolta netta Vita sta frenando. C’è da preoccuparsi? R. In effetti nelle gestioni separate, le prime che teniamo sotto controllo, il rapporto tra riscatti e premi incassati, oneri compresi, sta aumentando. Nel 2011 eravamo al 77%, e nel primo quadrimestre 2012 abbiamo raggiunto l’89%. Ma siamo ancora lontani dai livelli di allarme del 2008 e ad aprile ci sono stati segnali incoraggianti di ripresa della produzione Vita. (riproduzione riservata)